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Essere autistico e avere l'ADHD

La ricerca ha dimostrato nel corso degli ultimi decenni che avere una diagnosi di ADHD in comorbidità con l'autismo è molto comune e si verifica nella maggior parte (60%) dei bambini e degli adolescenti autistici (Stevens, Peng e Barnard-Brak 2016). Una meta-analisi più recente ha mostrato addirittura che l'intervallo di prevalenza riscontrato in 63 studi è compreso tra il 40 e il 70% (Rong et al, 2021).


Anche se la persona non soddisfa i criteri diagnostici completi per l'ADHD, spesso mostra tratti o frammenti della condizione. Troviamo anche che è comune per gli adulti autistici con ADHD navigare con successo tra scuole superiori e università, ma una volta che la loro vita diventa più complicata, ad esempio con un partner, un mutuo e una famiglia, iniziano ad avere notevoli difficoltà a gestire e completare le varie e molteplici richieste legate al tempo di esecuzione dei compiti e all’attenzione/concentrazione. Senza capire di avere l'ADHD, la persona può iniziare a mettere in discussione la propria autoefficacia e persino la propria autostima, poiché sente che stanno fallendo compiti della vita che "tutti gli altri" sembrano riuscire a gestire senza alcun problema. Abbiamo visto molti adulti arrivare alla nostra clinica chiedendo supporto per la depressione, solo per scoprire poi che la forza trainante della depressione era l'ADHD non trattato.




Durante una valutazione diagnostica per l'autismo con un adulto, è abbastanza comune che l'adulto si chieda anche se ha un disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Quindi, cosa comporta una valutazione diagnostica per l'ADHD? E può essere aggiunta all'interno di una valutazione diagnostica per l'autismo?


Valutazione per l'ADHD È assolutamente possibile valutare l'ADHD contemporaneamente alla valutazione dell'autismo ed è anzi davvero consigliabile. Per entrambe le condizioni, è molto importante ottenere informazioni sulla storia evolutiva della persona, dai primi ricordi fino alla fine del liceo. Quando si intervista per una valutazione dell'autismo c'è una grande enfasi sugli aspetti sociali dell'infanzia e dell'adolescenza della persona, mentre quando si valuta l'ADHD ci deve essere anche una forte enfasi sugli aspetti accademici e l’esperienza scolastica. Andranno fatte domande in particolare sulla capacità della persona di concentrarsi, sulla sua attenzione, sulla capacità di organizzare i propri effetti personali e il tempo, su quanto efficacemente la persona è in grado di pianificare e dare priorità, sull’andamento dell'apprendimento accademico e il riferimento a eventuali preoccupazioni da parte degli insegnanti nelle pagelle scolastiche sono molto utili.

I nostri consigli per i i professionisti che fanno la diagnosi: in qualità di diagnosta che effettua valutazioni diagnostiche per l'autismo, è raccomandabile eseguire sempre uno screening per l'ADHD e di essere preparati a valutare completamente l'ADHD durante il percorso diagnostico o di fare riferimento ad ulteriori test se necessario.


Esistono una serie di buoni screener per l'ADHD degli adulti. Noi utilizziamo la scala di autovalutazione dell'ADHD per adulti (ASRS) di Novopsych. La scala ha una buona consistenza interna e validità. Ha un'elevata sensibilità e un potere predittivo positivo moderato, suggerendo che raramente mancherebbe l'ADHD in un adulto che ha effettivamente l'ADHD. Ha inoltre una specificità moderata che indica che ha abbastanza successo nel non identificare qualcuno con ADHD quando non ha il disturbo. Le norme si basano su una grande popolazione. Sulla base dei percentili, è facile determinare se è probabile che l'individuo abbia l'ADHD o meno.

Come in ogni valutazione diagnostica, è importante valutare non solo l'inclusività e l'esclusività dei criteri di valutazione diagnostica, ma anche determinare l'intervento e un piano di supporto. A volte può diventare evidente che c'è una disabilità di apprendimento sottostante ed è giustificata una valutazione psicometrica più precisa.


In genere, una diagnosi di ADHD richiede la comprensione e l'osservazione del funzionamento della persona in più contesti, ad esempio casa, tempo libero, scuola e/o lavoro. Più informatori rendono la valutazione diagnostica più accurata e affidabile.


Se includere o meno la valutazione neuropsicologica per l'ADHD all’interno di un percorso diagnostico per l’autismo dipende dal giudizio clinico. La nostra considerazione generale è che, se sono necessarie informazioni più dettagliate per ottenere lil sostegno scolastico, o un supporto specifico per l'università e/o il lavoro, è più probabile che avrà senso effettuare la valutazione neuropsicologica. Questa valutazione comporta tipicamente la valutazione della memoria uditiva a breve termine, della memoria di lavoro, dell'attenzione, della concentrazione e delle attività di pianificazione.


Una volta fatta una diagnosi, è importante parlare con il/la paziente delle possibili opzioni per il trattamento. Ci sono ricerche considerevoli che suggeriscono che una combinazione di farmaci, cambiamenti nella dieta e nello stile di vita e l'uso di strategie particolari per ridurre al minimo gli effetti dell'ADHD sulla vita quotidiana possono essere molto utili. Se viene fatta una diagnosi di ADHD, è possibile fare riferimento a uno psichiatra esperto in quest'area per prendere in considerazione l'uso dei farmaci. In molti casi però il trattamento elettivo è un training neuropsicologico per il potenziamento delle funzioni cognitive e/o la psicoterapia adattata al funzionamento autistico e ADHD.

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